Endodonzia

L’Endodonzia è quella branca dell’odontoiatria che si occupa della diagnosi e del trattamento delle malattie della polpa dentaria e del tessuto periapicale.

Endodonzia

La polpa è contenuta all’interno del dente ed è costituita da tessuto connettivo lasso riccamente innervato e vascolarizzato, suddivisa in una camera pulpare e nei canali radicolari che assieme formano lo spazio endodontico.

L’Endodonzia è quella branca dell’odontoiatria che si occupa della diagnosi e del trattamento delle malattie della polpa dentaria e del tessuto periapicale.

La polpa è contenuta all’interno del dente ed è costituita da tessuto connettivo lasso riccamente innervato e vascolarizzato, suddivisa in una camera pulpare e nei canali radicolari che assieme formano lo spazio endodontico.

Radiografia intraorale

Prima di iniziare ogni cura endodontica si analizza il dente e lo spazio periradicolare mediante una radiografia intraorale che consente di effettuare una corretta diagnosi, in quanto ci fornisce informazioni sull’estensione della carie, generalmente responsabile del problema pulpare, sull’estensione di eventuali otturazioni precedenti, sulla presenza di traumi e loro eventuali conseguenze a carico del tessuto pulpare e periradicolare. L’RX ci dà anche visione della forma e della posizione della camera pulpare e dei canali radicolari, sul numero di questi, la loro lunghezza e larghezza, sulla presenza di curve, biforcazioni e possibili calcificazioni. Tutte informazioni che possono influenzare il trattamento endodontico.

Anestesia

A seconda della localizzazione del dente da trattare esistono diversi tipi di anestesia.

  • Anestesia para-periostea: si esegue iniettando l’anestetico nelle vicinanze della radice del dente e da una rapida ed efficace anestesia per tutti i denti dell’arcata superiore e per gli incisivi inferiori.
  • Anestesia tronculare del Nervo Mascellare Inferiore: si esegue iniettando l’anestetico nelle vicinanze del nervo prima che esso entri all’interno della mandibola, a livello della Spina dello Spix, dando anestesia a tutti i denti di una emiarcata, l’emilabro ed eventualmente l’emiligua corrispondenti. Questo tipo di anestesia è il metodo principale usato per anestetizzare i denti dell’arcata inferiore, perché a causa della densità ossea della mandibola l’anestesia para-periostea non risulterebbe efficace.
  • Anestesia tronculare del Nervo Mentoniero: si esegue iniettando l’anestetico a livello del forame mentoniero. Anestetizza i denti anteriori al forame nell’emimandibola in cui si è effettuata l’anestesia.
  • Anestesia intrapulpare: si esegue iniettando l’anestetico direttamente nella polpa dentaria attraverso una piccolissima breccia nel tetto della camera pulpare.

Isolamento del campo con la diga di gomma

Il dente o i denti da trattare vengono isolati per mezzo di un telino in gomma bloccato al dente tramite un uncino e tenuto teso da un archetto. Questo comporta, tra gli altri vantaggi, la protezione del paziente dall’ingestione o l’inalazione di piccoli strumenti, frammenti dentali, sostanze irritanti e permette al dentista di operare in un campo chirurgico pulito, impedendo la contaminazione dello spazio endodontico dai batteri presenti nel cavo orale.

Accesso alla camera pulpare

Per prima cosa si rimuovono il tessuto cariato ed eventuali vecchie otturazioni presenti. Quindi si accede alla camera pulpare per mezzo di frese montate su manipolo ad alta velocità e si rifinisce con strumenti a bassa velocità e/o strumenti a ultrasuoni. La forma della cavità d’accesso varia in base al dente da trattare, in quanto rappresenta la proiezione del pavimento della camera pulpare nella superficie occlusale del dente e pertanto risulta, ad esempio triangolare per gli incisivi, ellittica per i canini e i premolari, triangolare con vertice verso il palato per i molari superiori e trapezoiadale per i molari inferiori.

Sondaggio dei canali radicolari

Una volta aperta la camera pulpare ed esposto il pavimento camerale si individuano gli imbocchi dei canali radicolari. Alla base di una efficace individuazione dei canali vi è una precisa conoscenza delle possibili anatomie presenti nei diversi tipi di dente. Aiuta molto, specialmente in questa fase, l’uso di un sistema ingrandente come i Sistemi prismatici ingrandenti Zeiss, eventualmente accoppiati all’uso di un sistema di illuminazione LED. Una volta individuati i canali si procede al sondaggio mediante lime manuali sotto costante irrigazione con NaOCl al 5%.

Rilevazione della lunghezza di lavoro

La rilevazione della lunghezza di lavoro si effettua mediante l’uso di un Rilevatore elettronico d’apice che comparando l’impedenza elettrica all’interno del canale con quella della mucosa orale, ci da esatta localizzazione dell’apice del canale radicolare; punto in cui terminare la preparazione e quindi l’otturazione del canale.

Detersione e sagomatura

A questo punto i canali devono essere detersi e sagomati, allo scopo di rimuovere il tessuto pulpare, i microrganismi e le tossine presenti e di dare al canale una forma uniformemente conica sia per consentire l’azione in profondità degli irriganti, sia per effettuare una corretta otturazione del canale. Gli irriganti principalmente utilizzati sono l’ipoclorito di sodio (NaOCl) al 5% e soluzioni chelanti a base di Acido etilendiamminotetracetico (EDTA), che assieme, tra le loro molte funzioni, disciolgono le sostanze organiche, uccidono i batteri e rimuovono il fango dentinale per permettere una buona otturazione del canale. Gli strumenti principalmente usati per la sagomatura sono Strumenti rotanti in Nichel-Titano (NiTi), che essendo dotati di superelasticità, possono essere fatti ruotare, a velocità e forza costante, all’interno del canale, mentre flettono nelle curve di questo, rispettandole e contemporaneamente trasportando fuori i detriti che producono.

Otturazione dei canali radicolari.

Per riempire lo spazio fin qui preparato, anche al fine di sigillare ed isolare le residue percentuali di batteri che possono ancora essere presenti all’interno dei canali, si effettua l’otturazione di questi. Si utilizza a tal fine un materiale plastico quale è la Guttaperca, che viene resa fluida dal calore all’interno del canale e viene contemporaneamente compattata, così da sigillare sia l’apice del canale sia gli eventuali canali laterali, raggiunti dagli irriganti, ma non dagli strumenti canalari. Per consentire una perfetta adesione della guttaperca al canale si utilizza un cemento a base di ossido di Zinco-Eugenolo in uno strato sottile pochi micron.

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